di Giuliano Gasparotti e Francesco Mazzei
“L’arte, questo prolungamento della foresta delle vostre vene, che si effonde, fuori dal corpo, nell’infinito dello spazio e del tempo.” Le parole di Filippo Tommaso Marinetti rendono vivo il senso del percorso artistico seguito per la realizzazione della mostra “Dal Futurismo all’arte virtuale” che intende celebrare alcuni dei più grandi artisti del Novecento sino ad arrivare ai giorni nostri, realizzando degli inserti di contemporaneità in ciascuna capsula.
L’intensità e l’originalità dei lavori di questo gruppo eterogeneo di artisti dimostra come essi abbiano voluto e saputo creare vere e proprie correnti di pensiero trasformando l’arte, grazie alla spinta dei propri sentimenti più intimi. L’innovazione e la propensione al cambiamento è il tratto distintivo che accomuna i singoli e diversissimi autori, ciascuno in grado di esprimere una specifica unicità. La capacità di anticipare il futuro per aprire un varco sul “fronte” della realtà mediante la critica od il ribaltamento dei canoni tradizionali si inserisce perfettamente, sotto il profilo metodologico, nella interpretazione degli effetti che le diverse rivoluzioni hanno provocato nella storia del Novecento sino ad arrivare a quella digitale e contemporanea.
Un rapporto tra arte, scienza ed applicazioni tecniche e tecnologiche che diviene spunto di riflessione costante e poliedrico, che si tratti di elaborazioni computerizzate, di aerei o dell’elettricità piuttosto che la dimensione onirica e psicoanalitica. Quattro capsule, fuori dallo spazio e dal tempo, improntate sull’originalità dei linguaggi visivi e sulla ricerca espressiva, una narrazione non convenzionale fatta di atmosfere surreali dove ciascuna opera racconta la propria storia. Un percorso espositivo che contamina volutamente le opere rompendo esso stesso i tradizionali canoni espositivi rafforzandone l’esperienzialità e l’impatto emozionale, scandito da un sound design realizzato ad hoc e da delle ambientazioni inedite.
La Capsule “Infinity“, dedicata al Fiore futurista di Balla, diviene un’esperienza caleidoscopica di luci, suoni e colori, che si rispecchia anche nelle opere di tutti gli autori delle differenti avanguardie in esposizione. Dalle geometrie futuriste di Giacomo Balla all’arte “cinetica” di Alexander Calder, in contrapposizione alle linee morbide e voluttuose di Modigliani – che non aderirà mai al movimento futurista – ad uno dei maestri del Surrealismo come Salvator Dalì. La video opera realizzata all’interno della installazione Mirage avrà come protagonista il movimento, tema caro ai futuristi, reinterpretato in chiave immersiva grazie alle tecnologie contemporanee dell’arte digitale.
La Capsule “Avantgard” è dedicata ad artisti come Manzoni, Burri, Boetti, Fontana, Dalì, Duchamp, Klein e Rauschenberg che, nel corso degli anni Cinquanta, rappresentano le mille sfumature, spesso in contrapposizione le une con le altre, della avanguardia artistica e, successivamente, della transavanguardia, della riflessione artistica italiana e internazionale, in considerazione della radicalità della loro esperienza estetica.
La Capsule “Pop” si sviluppa in un “giardino segreto”, un surreale “fuori” che diventa “dentro” nel quale le opere di Niki De Saint Phalle, veri e propri esseri viventi, popolano questo angolo verde dai colori sgargianti. Luci al neon colorate delimitano questo spazio e rafforzano i movimenti delle “Nanà danzanti”. A circondare il giardino le opere dei rivoluzionari fondatori della Pop Art, Warhol e Lichtenstein, che hanno ispirato, nel corso degli anni, artisti come Indiana, Lodola, Schifano, Zanca.
Nella Capsule “Metafisica” le linee prospettiche surreali delle Piazze d’Italia e gli elementi dello studio di Giorgio De Chirico diventano reali, fisici, ricreando un contesto onirico e distopico, alla ricerca dell’essenza delle cose oltre la realtà fisica. Le prospettive irreali di questi spazi architettonici vengono ulteriormente evidenziate, da un’enigmatica testa di Arianna, dall’eco della sua “voce” trasformata in sound design e dal singolare filo luminescente dello scoppio dell’opera “L’arcobaleno” del maestro della metafisica.
In tutte le capsule l’intervento contemporaneo di arte immersiva e digitale consente di far vivere le opere di questi grandi artisti del Novecento nell’attualità più stringente, con tutto il carico delle problematiche e degli interrogativi tipici del nostro tempo. Una attualità fatta di strumenti che stanno rivoluzionando il mondo dell’arte, come tradizionalmente concepito, e che, di fatto, stanno modificando le vite di ciascuno, incidendo in profondità sulla percezione del reale. La centralità del rapporto tra Uomo, natura, scienza e tecnologia la si ritrova oggi come nelle avanguardie artistiche novecentesche nonostante la diversità di strumenti e linguaggi.
Gli interrogativi aperti dall’applicazione degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale anche nei settori della creazione artistica, rimangono volutamente senza risposta nell’intento di evidenziarne potenzialità e rischi, luci ed ombre, opportunità e paradossi. La contaminazione è la chiave interpretativa per l’organizzazione degli spazi – complessi – che invitano a riflettere. Un percorso pensato per immergere i visitatori in una ambientazione onirica e farli diventare protagonisti degli interrogativi che ciascuna installazione nasconde dentro sé. L’arte come esperienza vissuta in prima persona.